Omaggio a Pollock di Roberto Gianinetti
Breve intervista a Roberto Gianinetti
Bluklein: Potresti parlarci delle due grandi matrici in cartone e linoleum intitolate “ Totem ” o “Seduti”? Quale è la loro storia? Che cosa rappresentano per te?
Roberto Gianinetti: Sono due grandi matrici in cartone e linoleum ispirate ai lavori di Jackson Pollock presenti al Museo Guggenheim di Venezia. Mi sono state commissionate nel 2009 come scenografie per l’evento teatrale “Omaggio a Jackson Pollock” organizzato dal Teatro Stabile di Catania per la regia Guglielmo Ferro messo in scena al Teatro Civico di Vercelli in occasione della mostra sui capolavori della collezione Peggy Guggenheim di Venezia nel 2012. Le due opere sono rimaste appese nel mio studio d’arte a Vercelli fino al 2022, quando sono state esposte all’interno della mia mostra personale “Raccolta Indifferenziata” (22 aprile-25 giugno 2022 galleria Bluklein). Dopo averle viste in mostra mi è venuta voglia di riprendere il lavoro che avevo interrotto nel 2009 e ho deciso di inchiostrarle e di stamparle servendomi di un cucchiaino da caffè. Sarebbe stato impensabile portarmi dietro da Vercelli il torchio con cui di solito lavoro nel mio studio a Vercelli, troppo pesante e ingombrante. Dopo la fine della mostra sono tornato per circa 1 settimana (dal 9 al 16 settembre 2022) da Bluklein e lì ho inchiostrato e stampato le matrici col cucchiaio in 3 edizioni: due su tovaglioli di carta e una su carta Hawagama (carta di polpa di bambù giapponese) che ho ordinato appositamente per questo lavoro. Tutto il processo di stampa è stato documentato con fotografie e video. Le matrici rappresentano due totem e si rifanno al mondo agricolo in cui Pollock è cresciuto rimanendo in contato con le esperienze nativo americane. Io ci vedo l’inconscio, il bianco e il nero, il positivo e il negativo. Due figure ieratiche, due esseri seduti intenti a fare qualcosa.
Mostre & Collezioni
CHERAMOGRAFIA
di Davide Servadei
Sono un artigiano ceramista, ho grande passione per il
mio lavoro ma anche per la carta nelle sue molte declinazioni
artistiche, dai libri d’artista alle incisioni e alle xilografie.
Dino Silvestroni, colto, sottile ed ironico domatore
di carte, del quale sono stato cliente prima ed ora amico, mi
chiede se pu. interessarmi un progetto con Roberto Gianinetti.
Collaboro con artisti da trent’anni, ma con uno xilografo
non ho mai avuto a che fare, quindi che faccio? Dico
di s., chi non . curioso . destinato al fallimento.
Appena arrivato nel mio laboratorio, Roberto, dritto
e deciso, chiede di realizzare delle lastre in argilla fresca,
le vuole incidere. Trovato agio nella pratica incisoria che
utilizza strumenti non consueti ad uno xilografo, in poche
ore prepara un paio di lastre. Le devo fare asciugare, occorre
tempo, sono indebolite nella struttura dalle incisioni, Roberto
non se ne preoccupa, io s.. Dopo la cottura gli consegno
le lastre, non sono perfettamente piane, hanno un paio
di filature, ma lui non se ne preoccupa, io s.. Come far.? La
pressione sulla carta potrebbe sbriciolarle.
Come spesso capita nel mio mestiere, l’artista
non si preoccupa tanto degli strumenti quanto del risultato.
Anche questa volta la regola . confermata: le carte
uscite da questa tecnica sono straordinarie e i difetti della
lastra adesso appaiono come previsti nel linguaggio.
Meraviglia!
Dino mi chiede come definire questa tecnica, e subito
gli rispondo “cheramografia”, parola che deriva dai
termini greci “κέραμος” (kèramos, terracotta) e “γράφειν”
(gràphein, scrivere). Esiste un precedente, con origine diversa,
percorso diverso e risultati diversi. Il grandissimo Arturo
Martini utilizza o meglio ancora inventa questa tecnica,
che permette una tiratura di poche copie. Poco importa
se la miseria di quegli anni gli impedissero di comprare un
buon piano in legno di bosso, e se per esigenze linguistiche
abbia cercato un segno pi. morbido scavato nell’argilla per
arrivare a risultati diversi. L’importante . che anche Roberto
abbia ripercorso la stessa strada, circa cento anni dopo,
con gli esiti che oggi possiamo qui ammirare.
Tipologie
Le Tipologie fanno riferimento a una classificazione, un insieme dove le relazioni avvengono nel contesto di ogni sequenza. L’esposizione si articola in sette sequenze tipologiche: le mucche alpine, i trattori, i platani, Thomas Ruff (omaggio al fotografo tedesco), blister, collezioni di sabbia (un omaggio a Italo Calvino), comuni utensili (un tributo al fotografo Walker Evans) e reperti di un passato recente.
Sono immagini che invitano ad affinare la curiosità, a percepire le differenze all’interno di somiglianze apparenti.
Consulenza editoriale
Realizzazione e vendita di progetti editoriali, cataloghi e libri d’artista in collaborazione con la casa editrice Pequod.