Roberto Gianinetti e la sua differente «Raccolta indifferenziata» di Maria Gioia Tavoni

 

Raccolta; l’etimo può significare sia ammassare, mettere insieme più cose, sia, soprattutto nella terminologia artistica e bibliografica, unire ‘oggetti’ secondo un ordine e criteri logici di similitudine. Indifferenziata; corre in prima fila il suo essere accostato ai rifiuti, penalità per un aggettivo che vorrebbe semplicemente porsi come informe, diversificato. Raccolta indifferenziata, è un insieme terminologico che può pertanto essere ossimorico. A quale dei significati si ispira Gianinetti nel titolo scelto per i suoi oggetti da cedere in mostra? E a quali risultati può pervenire una lettura dei ‘reperti’ annessi e connessi gli uni con gli altri?

Quando il pensiero si proietta nell’immagine si colora delle sensazioni che sono proprie dell’artista che così si manifesta. Come le opere di Chagall sono debitrici alle sue origini russe, e nel contempo a una certa cultura contadina, la trasmissione del sapere in Gianinetti rimanda all’essenziale che gli ha permesso di far volare il proprio lato fiabesco con la sgorbia.

Per Gianinetti è la partita giocata con le carte colorate nelle quali, ai quattro semi convenzionali, cuori, quadri, fiori, picche, si sostituiscono le particelle dei segni colorati che ne formano l’opera, composta dalle sue molteplici sfaccettature. Qui trovano spazio anche le citazioni, velate dalla personalissima reinterpretazione e dal sottile umorismo che si affaccia pure in Cecco Angiolieri.

Una dei tanti elementi della produzione di Gianinetti è l’aspetto ludico, l’alone giocoso che proietta in un universo parallelo dove l’artista, in veste di cappellaio matto, detta le regole. Il gioco costituisce anche una figura ancestrale, un richiamo all’infanzia e al sapore delle favole che si mescolano in un mazzo fino a diventare storie, storie di vita vissuta. Le carte rappresentano anche un gioco plurimo, ogni carta porta un segno, un sogno inciso nel legno. Sprigiona da tutto ciò un frizzante ottimismo e un senso della vita dai vivaci colori quasi pungenti, come ad accettare la sfida del “Gioco del Mondo”. L’ironia impressa nella carta si esprime anche attraverso un simbolismo che traccia quasi i contorni della burla. Ma non tutto è gioco in Gianinetti, tra le sue creazioni entrano anche le figure di chi ha dedicato Aun Aprendo. È la versione di molte impressioni con a soggetto l’amore per la scuola, un amore che nell’artista si riverbera in quello dell’autore.

È così che da una prima idea si dipana il percorso ben determinato, che procedendo passo passo nel tentativo di sbrogliare la matassa delle sensazioni tutte messe sul tavolo verde, nella loro complessa semplicità. Gianinetti a volte sembra dare uno schiaffo alla realtà la quale vuole essere stravolta. Il suo ordinamento le conferisce un personalissimo significato all’imprimere nel tempo, come avviene con il calendario.  Ordine o disordine concettuale?

Una concatenazione di certo non “indifferenziata” (piuttosto differenziata e particolareggiata) è quella di Gianinetti che diventa una sua realtà, se in ogni aspetto del pensiero vige la propria  concezione bibliografica. Così lo stesso artista:

 «non faccio altro che portare avanti la costruzione di un unico libro ligneo, all’interno di un’unica Biblioteca, che sono io».

 

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